La Val Canali s’incunea,
con direzione da sud-ovest a nord-est, tra le Pale di San Martino, a
separarne le frange più meridionali. A chi vi s’addentrasse, pochi
chilometri dopo Fiera di Primiero, a sinistra, sulla strada che conduce al
Passo Cereda, sembrerà senz’altro di trovarsi nell’ambientazione più
probabile del Paradiso Terrestre: prati verdi e ben curati, boschi
lussureggianti a perdita
d’occhio, e, a coronare il tutto, crode di roccia dolomitica della forma
più pura.
Riavutici dall’incanto
e parcheggiata l’auto ai Prati Fosne, verso le 9.00 c’ incamminiamo
sul sentiero 747 che, seguendo sempre la linea di massima pendenza,
conduce in circa 2 ore alle pendici rocciose del Cimerlo dove ha inizio la
via ferrata. Indossiamo
l’imbragatura beandoci del sole luminoso e della temperatura stranamente
tiepida, inconsueta per il 4 di novembre.
Il percorso, non
difficile tecnicamente, prosegue però sempre abbastanza ripido,
sorprendendoci ad un certo punto quando la fune viene inghiottita da una
fessura nella roccia.
Ci infiliamo nel pertugio, ma uno zaino è troppo voluminoso e non passa.
Lo togliamo e lo issiamo con i moschettoni in un punto dove le scalette
all’interno del meato cambiano direzione e vanno su verticalmente: se ci
sfuggisse lo vedremmo precipitare per una
trentina di metri senza possibilità di recuperarlo.
Sempre strusciando attraverso le pareti riusciamo finalmente a raggiungere
l’esterno.
Le torri del Cimerlo si
profilano verso nord, risaliamo alcuni prati d’alta quota,
percorriamo ancora qualche tratto di fune e, alle 12.30, siamo sulla
cresta del Cimerlo (circa 2500 mt), poco sotto la cima: di fronte a noi,
verso nord, c’è la Cima della Stanga, dietro, le due torri della Cima
della Madonna e del Sass Maor, verso nord-est il catino che ospita il lago
Pradidali, dominato dalla Cima Canali.
Dopo una sosta di mezz’ora
per il pranzo, ripartiamo.
La ferrata si getta giù in verticale, dentro due canalini dall’aspetto
lunare, sospesa sul vuoto.
Attraversiamo una crestina fino a raggiungere il bivio con il Sentiero del
Cacciatore, perdendo circa 200 mt di quota, per poi avventurarci su un
sentiero ripido e infido, che in circa 20’ minuti ci conduce alla Cima
della Stanga (2550 mt): ora la Cima della Madonna e il Sass Maor sono
davvero gigantesche e incombenti, mentre, più sotto, il rif. Del Velo
occhieggia su un pianoro petroso.
Torniamo al bivio e imbocchiamo il Sentiero del Cacciatore che ci
condurrà fino in Val Pradidali.
Il Sentiero del Cacciatore è abbastanza semplice ma costringe
continuamente a fare molta
attenzione perché è stretto, spesso rovinato e costeggia quasi sempre
uno strapiombo; ogni tanto è presente qualche attrezzatura per superare i
tratti più ripidi. Con discreto impegno, quindi, raggiungiamo la Val
Pradidali e poi la Val Canali, da dove prendiamo una stradina forestale
che ci conduce al parcheggio per le 17.30.
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